I cari buoni propositi.

Praticamente ogni anno, da quando ne ho 15, scrivo i buoni propositi per l’anno nuovo.
Tratto autenticamente dal mio diario del 2006.
-stare insieme al mio stupido Spank
-restare per sempre amica alle mie socie.

Ecco, questo è l’ esempio più lampante che i buoni propositi vanno sempre, o quasi, a farsi benedire.
Due settimane dopo Capodanno, il sopracitato ragazzo mi ha lasciata su una panchina. L’unica cosa che mi fa incazzare di quella situazione è che ho pianto davanti a lui, e a tutti i passanti per Porta Nuova. Da quel giorno ho un buon proposito fisso: mai più nell’ universo piangere per un uomo, davanti a lui, per la storia finita. Mandarlo a quel paese, se proprio. Piangerei comunque, chiaramente. Ma da sola, sul divano, guardando Buffy o Supernatural.

Le amiche. Quelle che intendevo lì, perse. Tranne una. La mia fatina. Una delle donne più dolci del mondo. Quella che mi ha regalato “Don’t cry” dei Guns, quella che mi ha sempre consolata solo con le carezze.
Quelle amiche le ho perse, è vero. E ne ho sofferto. Ma adesso ho una tettona, un’incendiaria e una che boh, più stordita di lei non si può essere.
Nessun buon proposito su di loro. Solo amore, cucina sempre aperta a riempirle di cibo e impegno. Sì, perchè siete donne impegnative. Come me, del resto.

Quindi i buoni propositi li faccio solo su cose concrete.
Devo farmi controllare il naso.
Devo saltare la corda due volte a settimana. Sono già stanca al pensiero.
Devo imparare ad essere una donna di casa più efficiente.

Direi che così può anche bastare, i propositi importanti me li tengo per me. Combaciano un pò con la lista dei contro del 21/12.
Ma sono scaramantica, certe cose non si dicono.

Happy New Year.

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