Ho conosciuto Riccardo (@pilotadaieri) tramite la mia pagina Instagram. Un rapporto esclusivamente virtuale (sempre up to now) che si è nutrito fin da subito di scrittura, la passione che ci lega.
Avendo letto i suoi racconti per il mio #raccontidauntitololkl ero curiosissima di leggere il suo romanzo, aspettandomi grandi cose.
E… sono stata pienamente soddisfatta!
La trama de L’alibi imperfetto è difficile da narrare, ma potrei dirvi che si tratta, in breve, della ricerca di una dimensione umana in un mondo in cui la Tristezza e l’indolenza di sono appropriati del genere umano, privandolo dell’amore e degli ideali.
In questo paesaggio emotivamente arido un Passeggero, che non si va dove va, ma esce sempre con una pesante valigia, un ragazzo muto che passa le giornate a leggere e un Pazzo, che si butta per terra pur di proteggere un fiore nato spontaneamente in una crepa dell’asfalto.
La narrazione si dispiega di fronte a noi, a volte desolata, a volte piena di speranza, senza lasciarci mai vera tregua.
Lo stile di Riccardo è complesso come lo sono i pensieri degli artisti, ma non diventa mai complicato e per questo difficile da seguire.
Vi invito a lasciarvi trasportare dai suoi pensieri, che se ci pensate bene saranno anche i vostri, sul destino umano, su cos’è la ricerca della felicità, su come abbiamo barattato la nostra Coscienza (rendendola una terribile Tiranna arrabbiata) in cambio di comodità, del non sentire e del non curarci.
Questo romanzo è un fiore nell’asfalto. Uno di quelli che, se riletti a distanza di tempo, sanno regalare nuove sfumature, nuove illuminazioni.
Riccardo, la prossima volta che osi lamentarti perché un esercizio è difficile, visto quello che scrivi, vengo a casa tua a rapire Teddy.
Stra-consigliato.
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